Sport
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione.” (Nelson Mandela)
“Lo fai per Sport”
di Dr.ssa Sonia De Leonardis Coach Psicologa PsicoterapeutaL’uso corrente del termine “sport” per indicare tutto ciò che ha a che fare con il movimento e con l’azione e per denotare la pratica di un’attività fisica ha originato questo mio scritto, nell’intento di fare un po’ di luce su alcuni importanti aspetti spalleggiata da un Atleta e grazie ad una Collega che mi hanno invitata a scriverci qualcosa.
Come sappiamo, le parole con cui connotiamo le cose e che usiamo per definire la realtà sono molto importanti, sono proprio queste che la determinano. Così ad esempio anche l’espressione “lo fai per sport” per indicare il fare qualcosa solo ‘per svago’, o ‘per divertimento’, implicando che quel fare sia senza un minimo di fatica, senza impegno e senza regole: è fuorviante. Questo atteggiamento produce solo confusione sottraendo il valore reale che l’attività svolta da una persona ha, anche quando “fa” una “semplice” attività fisica.
Partiamo proprio dal concetto di “attività fisica”: questa si riferisce a insiemi di comportamenti che implicano l’espressione di una certa quantità di movimento, quantità che può essere misurata (ad es. in termini di forza, potenza, velocità, energia consumata o prodotta, etc. etc.). L’attività fisica è ogni attività che comporta un innalzamento dello scambio energetico con l’ambiente e può essere osservato (meccanicamente, fisiologicamente etc.) dunque non solo un’attività ricreativa o sportiva ma anche quella occupazionale, terapeutica, etc. etc. (ovvero l’attività fisica si qualifica nel contesto di realizzazione). La categoria “attività fisica” comprende sia le attività occupazionali sia quelle del tempo libero (ad es. il camminare, il proprio lavoro, il suonare, l’aver cura di sé etc.).
E’ importante distinguere inoltre fra “attività fisica” intensa o attività fisica moderata, dato che un’ attività fisica si riconosce dalla quantità di trasformazioni energetiche attuate. Il termine “attività motoria”, usato nel linguaggio medico, distingue le modalità, le qualità motorie delle trasformazioni, ovvero richiede una descrizione qualitativa della gestualità realizzata, non della sua misura (due persone possono svolgere la stessa attività motoria con dispendi energetici molto diversi).
Un esempio di attività motoria ricreativa per eccellenza è il gioco.
Dunque l’attività fisica e motoria indica una qualsiasi forma di movimento che determini un dispendio di energia. L’ OMS (Organizzazioni Mondiale della Sanità) già nel 2010 dando indicazioni relative agli effetti dell’attività fisica sulla salute e definendo i livelli di attività fisica raccomandati per gruppi di età (giovani, adulti e anziani) aveva chiarito, specificando i diversi contesti per la pratica dell’attività fisica, che il contesto sportivo è molto diverso dal “muoversi”, – attività fisica che comprende anche ad es. l’attività lavorativa che non può essere praticata ‘per sport’! In quelle indicazioni e soprattutto nelle successive dell’ OMS 2016-2025 [1] (presentate a Roma dalla Uisp nel 2016) si fa riferimento alla “strategia” sull’attività fisica che diventa un veicolo per la salute e il benessere in Europa. Secondo queste almeno 150 minuti a settimana di attività fisica per gli adulti e 60 minuti al giorno per bambini e giovani sono due delle raccomandazioni importanti.
Nel documento si illustrano politiche generali e comportamenti individuali per spingere le persone a muoversi maggiormente: l’obesità e il fumare sigarette costituiscono uno dei problemi più importanti della società contro i quali aiuterebbe molto anche il ri-attribuire valore alla “ginnastica” e all’”educazione fisica”.
Per educazione fisica si intende quell’attività svolta nell’ambito scolastico, composta da un “…insieme di esercizi tendenti a favorirne l’armonico sviluppo psicofisico.” “Ricerca un adattamento organico e neuromuscolare in modo da promuovere adeguate capacità motorie. (Lombardi, A., e Donati, A., 1999). Alle quali vengono aggiunte finalità educative e di competenze trasversali. La ginnastica indica tutte quelle “…attività che tendono, mediante una serie ordinata di esercizi, a sviluppare l’apparato muscolare e a dare robustezza e agilità al corpo umano.” L’esercizio fisico si riferisce ad un’ attività strutturata che mira a benefici per la salute.
Alla luce di ciò è importante specificare che attività fisica, motoria, esercizio ed educazione fisica non sono sinonimi di sport.
Cosa si intende allora con Sport?
Con questo termine si intende un caso specifico di attività fisica dove ciò che conta è la prestazione, la sua natura è competitiva e agonistica, non tiene talvolta nemmeno in considerazione la salute della persona che lo pratica, bensì solo la sua prestazione. Per questo motivo, non è detto che lo “sport faccia bene a tutti”, lo sport è una possibile attività motoria spesso anche molto rischiosa come dimostrano gli sport estremi.
Lo sport – con tutte le sue discipline e articolazioni su basi professionistiche o dilettantistiche – è “un’attività intesa a sviluppare le capacità fisiche e insieme psichiche, e il complesso degli esercizi e delle manifestazioni, soprattutto agonistiche, in cui tale attività si realizza, praticati nel rispetto di regole codificate da appositi enti, sia per spirito competitivo (differenziandosi così dal gioco) sia, fin dalle origini, per divertimento, senza il carattere di necessità, di obbligo, proprio di ogni attività lavorativa”(ibid Treccani). Queste necessarie distinzioni chiariscono e identificano gli spazi di ciascuna disciplina, ognuna con le sue specificità e finalità. Dalla nascita dei giochi olimpici ad oggi, di “acqua sotto i ponti” ne è passata, e ancora continuerà a scorrerne, ma è indubbio che per un essere umano, che sia con la finalità della salute e del benessere che sia con finalità di prestazione, il movimento è importante.
L’individuare e lo scegliere uno sport cui appassionarsi poi è un passaggio che aiuta a stare bene e permettere di apprendere e sviluppare abilità utili in ogni contesto di vita.
Come psicologa e coach mi rivolgo sia ai campioni sia agli atleti “normali” lavoratori che come giocolieri cercano di districarsi tra famiglia, lavoro e passione sportiva, che cercano di ritagliarsi il tempo per allenarsi e praticare il proprio sport con altri amici atleti e partecipando a competizioni.
Se sei un atleta e hai bisogno di un punto di vista che ti supporti nell’uscire dalle “paludi” se ci sei finito dentro o di confrontarti misurando e superando i tuoi limiti o rompendo alcuni schemi, se hai perso la motivazione, e incontri difficoltà decisionali, quando hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a riflettere per valutare i rischi e ti aiuti a sbloccarti prenota un colloquio.
Se sei un leader e cerchi un punto di vista e un parere esterno sulle dinamiche della tua squadra, se sei un allenatore sportivo e cerchi qualcuno con cui fare il punto per la tua squadra, per lo staff o i dirigenti, prenota un colloquio.
Se siete un gruppo ma volete diventare una squadra o potenziare alcune vostre caratteristiche, prenota un colloquio.
Affiancando nella preparazione mentale di atleti e di chi segue discipline sportive, ma anche seguendo terapeuticamente persone circa i benefici dell’attività motoria per corpo e mente, per cattive abitudini come obesità e fumo, problemi cardiovascolari etc., voglio evidenziare come afferma Angela Teja (Convegno del 2008 cit. in Cristina Baroni):
che i valori dello sport costituiscono “un capitale sociale importante per lo meno altrettanto quanto la salute”
“capitale sociale identificato con “il senso di giustizia, del rispetto delle regole, del rispetto degli avversari, della bellezza del gesto atletico, della lealtà”, dello stare in squadra etc.
Queste due Autrici sottolineano che per lo sport la salute non è la cosa più importante, e che anzi chi lo conosce sa bene e, proprio per questo, che “non si può puntare allo sport solo in base ad una ideologia salutistica“, ovvero che questo non equivale al benessere psicofisico, e dalle esperienze di affiancamento ad alcuni ultra ranner del TOR (che ringrazio nuovamente per le loro condivisioni) non posso che trovarmi pienamente d’accordo.
Bibliografia minima Baroni C., La ginnastica e lo sport, Il medico Pediatra, Periodico FIMP, n.4/2010; Baroni C., Educazione fisica e Ginnastica. Inquadramento Storico; Department of Health and Human Resources, USA, Centers for Disease Control & Prevention, Physical Activity Evaluation Handbook, 2002. Lombardi, A., e Donati, A., Universo del Corpo 1999 Dizionario Enciclopedico Treccani, dizionario On-line; Teja A., La memoria è base del futuro, Atti del Convegno “I valori dello sport”, Roma 2008; Uisp (Unione It. Sport x Tutti) “Physical activity strategy for the WHO European Region 2016–2025” Roma 2016.
[1] “Physical activity strategy for the WHO European Region 2016–2025” © World Health Organization 2015 – elaborata alla luce degli obiettivi stabiliti a livello mondiale (col Piano di azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020 – OMS)
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