PsiCoTERAPIA
Entra nella tua esperienza “…diventa te stesso”.
”Per esperienza intendo il contatto, e contatto vuol dire essere in relazione con se stessi e con il mondo.”
(F. Perls e P. Baumgardner)
Terapia della Gestalt
di Dr.ssa Sonia De Leonardis Psicoterapeuta – Psicologa – Coach
Premesse sulla Psicoterapia
Etimologicamente il termine ‘psico-terapia’ deriva dal greco ‘psyche’ (anima, soffio vitale) e ‘therapia’ (cura). «Il logos (parola e pensiero) del respiro psichico è infatti la Psicologia» (Perls, F. 1969). Fare psicoterapia significa letteralmente ‘prendersi cura dell’anima’.
La psicoterapia si occupa della cura di sofferenze e disturbi di natura e entità diversa, che possono andare da un lieve disagio personale, ad uno esistenziale senza specifica sintomatologia, fino ad un disadattamento con chiara sintomatologia. Le sofferenze possono manifestarsi in sintomi che nuocciono alla persona, alle sue relazionali con altre persone e possono arrivare ad ostacolarne il procedere, bloccandolo e riproponendogli la stessa fissità, gli stessi nodi, e/o forme di disturbo psicopatologico. La psicoterapia si rivolge al cambiamento, consapevole, di dinamiche, sintomi e strutture caratteriali alla base di stati di sofferenza e di malessere come:
– ansia, depressione, stress eccessivo, fobie, disturbo del comportamento alimentare etc.
– fenomeni relazionali più complessi come mobbing, disoccupazione, senso di impotenza etc.
– o problemi esistenziali che si verificano normalmente nella vita come conflitti di coppia, conflitti coniugali, separazioni, lutti, varie dipendenze comportamentali, affettive, tecnologiche etc.
– o anche si rivolge a qualsiasi persona che cerchi una espansione del proprio potenziale, un ‘essere’ di più.
La Psicoterapia è una pratica di cura attivata da uno Psicoterapeuta, Psicologo o Medico, specializzato almeno in un orientamento terapeutico. Questi Professionisti, già iscritti ai rispettivi Ordini Professionali dopo l’Abilitazione alla Professione, conseguono per Legge una ulteriore specializzazione almeno quadriennale in Scuole Formative Riconosciute e Autorizzate dal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca).
Nell’ambito degli approcci e delle cure di psicoterapia si possono trovare differenti orientamenti teorici e metodologici, che partendo da concezioni differenti della mente – derivati da modelli epistemologici diversi – propongono modalità di intervento specifici sui quali si basano e che li caratterizzano, anche mediante specifiche pratiche e tecniche. Ogni tecnica ha una sua precisa finalità. I diversi approcci mettono in luce e lavorano su aspetti specifici, ad esempio i comportamenti o le cognizioni. Talvolta viene attribuita maggiore rilevanza ad etichette diagnostiche fisse. Tra gli approcci di orientamento umanistico – esistenziale, definiti così poichè abbracciano ad un livello più sensibile la persona intera cogliendola nella sua complessità c’è la Terapia della Gestalt. La terapia della Gestalt oggi si pratica in contesti molto diversi tra loro e con obiettivi differenti, ad esempio nella terapia individuale, in quella di coppia, nei gruppi di terapia e nei gruppi di sviluppo personale, all’interno di organizzazioni, istituzioni scolastiche e nell’ambito delle aziende. Ma che cosa intendiamo con Gestalt?
La Gestalt
La parola Gestalt, nella lingua tedesca in cui origina, significa ‘forma’, ‘struttura’, organizzazione delle parti che compongono qualcosa. Gestalt designa una particolare organizzazione (forma organizzativa) delle singole parti che la costituiscono e che si configura ed emerge dalle caratteristiche delle parti stesse – per come si sono man mano evolutivamente strutturate – e per la dinamica di relazione tra loro stesse, e tra loro e l’ambiente in cui l’insieme (il tutto) è immerso. Come si sente spesso dire in Gestalt “il tutto è più della somma delle singole parti”. Per fare un esempio noi esseri umani siamo molto di più di una somma di singoli organi. Dalla Psicologia della Forma sappiamo che il nostro campo percettivo organizza la realtà e lo fa in insiemi strutturati e significativi (in forme pregnanti, forti). La percezione di una totalità non è una semplice somma di stimoli percepiti, ma è un atto che coglie un insieme, (un tutto) dandogli un senso. Ed è proprio la Psicologia della forma che ha dimostrato che la natura umana è organizzata in strutture o totalità e che è sperimentata dall’individuo proprio così. Da questi studi Friederick S. Perls postula uno degli assunti fondamentali della Terapia della Gestalt: ovvero che la natura umana può essere compresa solo come una funzione delle strutture o delle totalità (Gestalt appunto) da cui è costituita e che queste, così come fa la percezione visiva, tendono dinamicamente ad un completamento. Per fare un esempio possiamo riferirci ai diffusi e conosciuti disegni (di volti e vaso) o alle bellissime Opere di M.C. Escher, che rendono evidente come ciascuno di noi possa far emergere dal fondo di una immagine una figura, quella per noi più significativa, e poi scorgere e scoprire un significato diverso dell’immagine.
La dinamica figura-sfondo è uno dei cardini concettuali della Gestalt, se un individuo non è capace di riconoscere i suoi bisogni, di intuirli e di soddisfarli, tenderà a comportarsi in modo disorganizzato e inefficace mettendo talvolta a repentaglio anche la sua salute, come accade nel caso di bisogni primari come sete e fame. Ed è proprio qui che agisce la terapia della Gestalt, sulle interruzioni, sugli evitamenti che impediscono la sua consapevolezza, la consapevolezza dei propri bisogni e dunque l’identificazione con gli stessi per poter muovere con efficacia e creatività e poterli quindi soddisfare. La Terapia della Gestalt agisce al confine di contatto tra l’individuo e l’ambiente. E’ al confine di contatto che un gestaltista è molto sensibile: egli si muove fra diversi linguaggi per far sì che la propria consapevolezza aumenti quella dell’interlocutore. Per fare un esempio un gestaltista può proporre esperimenti ed esperienze per diventare consapevoli della propria postura, dei propri gesti, di una emozione, della propria voce, della propria espressione facciale, o dei propri pensieri pressanti. In gestalt si lavora con le sensazioni corporee, con le emozioni e con i gesti oltre che con i pensieri: le porte possibili sono numerose e differenti, e ciascuno ha un ingresso preferito.
La terapia della Gestalt è un approccio sperimentale ed esperienziale (non interpretativo); il dialogo, il parlare dà un fondamentale apprendimento cognitivo, che non và eliminato, gli viene dedicato un preciso momento, accanto al quale è imprescindibile fare l’esperienza:
per passare le porte del cambiamento è indispensabile varcare la soglia dell’esperienza e anche le soglie della comprensione cognitiva.
Sperimentare una novità o una difficoltà e scoprire, nelle condizioni in cui ci si trova nel qui-e-ora dell’incontro, soluzioni creative e proprie parole di senso.
La terapia della Gestalt è la terapia del qui e ora, è terapia agita nel presente per il futuro: così avviene la mia terapia.
Il mio setting gestaltico è una seduta o una sessione che è un luogo sufficientemente sicuro dove si possono vedere e percepire i propri limiti, vedere e scoprire nuove possibilità e dove è possibile sperimentare nuove scelte. Col procedere degli incontri man mano si diventa più consapevoli, man mano si imparano tante più cose riguardo a se stessi e al proprio modo di costruire il proprio mondo, man mano si esperisce come ci si impedisce di essere nel qui e ora, man mano si scoprono i modi in cui ci si interrompe e man mano si comincerà a sperimentare, a liberare le energie e a riconoscere i guizzi creativi che prima si bloccavano e interrompevano in noi stessi e nella relazione con gli altri. I blocchi si possono sbloccare, gli incantesimi si possono spezzare e la vita può tornare a scorrere. La terapia della gestalt ha come scopo quello di facilitare l’esperienza di sé come unità, di favorire la consapevolezza e i processi di integrazione anche di ciò che comunemente viene considerato separato e in conflitto (dimensioni fisica, emotiva, cognitiva, spirituale). E’ nel corpo che le emozioni che proviamo diventano concrete, è nel nostro corpo che scriviamo la nostra storia e col corpo che siamo che entriamo in con-tatto con l’ambiente. Ci sono cose che si possono spiegare dopo aver fatto l’esperienza, come nella vita
ci sono cose di cui si può parlare dopo averne fatto esperienza
prima risulterebbero incomprensibili o nemmeno percepibili, le realtà percettive possono mutare in modi e divenire molto differenti da ciò che abbiamo sperimentato fino a ieri.
Come siamo arrivati a questo tipo di terapia?
Partendo da un’impostazione psicoanalitica lo psichiatra Frederick Perls, nato a Berlino nel 1893, che lasciò la Germania agli esordi della presa del potere nazista emigrando in Sud Africa a Johannesburg, insieme e grazie anche a quella che diverrà sua moglie Laura Perls (Lore Posner) già nel 1942 originò e iniziò a porre le basi della Terapia della Gestalt, inizialmente chiamata della Concentrazione o Esistenziale. Dopo l’avvento dell’ apartheid Perls si trasferì negli Stati Uniti sviluppando inizialmente a New York, nel contesto culturale degli anni ’50, con la collaborazione di intellettuali e menti brillanti tra i quali Paul Goodman – filosofo, sociologo e drammaturgo -, Ralph Hefferline – accademico e docente universitario – sua moglie Laura Posner – Isadore From – fenomenologo -, Paul Weisz – studioso di filosofia orientale -, Sylvester Eastman e vari altri -, questo potente approccio teorico ed esperienziale per sviluppare “vitalità e accrescimento nella personalità umana”: la Terapia della Gestalt, appunto. Gli sviluppi successivi e la diffusione di questo approccio sono stati da allora considerevoli e variegati. La terapia della Gestalt valorizza il diritto alla differenza, alla propria originalità e unicità, e ciò vale per il cliente quanto per il terapeuta: così come non c’è una persona uguale ad un’altra, non c’è un unico modo di fare terapia, e ogni terapeuta ha il suo modo. C’è chi predilige le pratiche artistiche, chi si orienta più alle pratiche meditative, chi a quelle di movimento: il mio punto di vista è che il fine è la consapevolezza, per tutti[1], consapevolezza di sé, consapevolezza degli altri, consapevolezza del mondo. Ciò che a mio parere caratterizza l’approccio Gestaltico, ancora oggi in evoluzione, è la sua attualità, derivante anche dalla sua integrazione creativa: andando oltre l’approccio psicoanalitico e le psicoterapie cognitivo e comportamentale, si pone come una ‘terza via’ abbracciando correnti culturali, filosofiche, basi psicologiche (fra i maggiori apporti la Fenomenologa, l’Esistenzialismo, la Psicologa della Gestalt, la Teoria del Campo di Kurt Lewin, la Semantica Generale di A. Korzybsky etc.) insieme a pratiche metodologiche e svariate tecniche – europee, americane e orientali – (come lo psicodramma e lo Zen), elaborandosi in un tutto coerente, in cui il tutto è più della somma delle parti, assumendo le sembianze di un’autentica ‘filosofia’ esistenziale (Riccardo Zerbetto, 1998). Di fatti “…il punto di vista gestaltico…” è “…l’approccio originario, naturale e non deformato alla vita, cioè al pensare, all’agire e al sentire dell’uomo.”(Perls, Hefferline e Goodman, 1951, Ed. It. 1997)
Lascio descrivere il mio stile terapeutico a chi lavorando con me in seduta ha detto: “…ho scelto te che sei più persona e meno personaggio”; “…mi piace e mi fa apprendere molto su di me la tua capacità di farmi da specchio”; “sento con te che qualunque cosa accada in seduta … tu ci sei … non mi molli nella tempesta … e posso affrontare le mie paure”.
Grazie e Grazie ai miei maestri.
Bibliografia minima Essenziale F. Perls, R.H. Hefferline, P. Goodman, 1951, Teoria e Pratica della Terapia della Gestalt, Ed. It. Astrolabio – Ubaldini, Roma, 1997. Riccardo Zerbetto, La Gestalt Terapia della Consapevolezza, Ed Xenia, 1998. S. Ginger, A, Ginger, 1987, La Gestalt. Terapia del con-tatto emotivo, Ed Mediterranee, 2004.[1] C’è anche chi pensa che sia stare “sul palco” e “affascinare” i ‘suoi’ ‘seguaci’ o “affabulare”…
© 2014-2018 Sonia De Leonardis – RIPRODUZIONE RISERVATA