“Inside Out”
“Inside Out”
Un nuovo, divertente cartone animato nella sale cinematografiche a settembre.
Consigliato!
Ricco di spunti di riflessione e fantasioso, in una parola … emozionante!
Siamo nella testa dell’undicenne Riley, ove a gestire le reazioni della bimba c’è un quintetto di emozioni: Gioia – sempre allegra – Tristezza – in blu, sempre giù di morale – Paura – magrissimo e pronto a drammatizzare su tutto – Rabbia – in rosso, camicia e cravatta – e Disgusto verde e acida!
Quando la vita di Riley viene sconvolta da un trasferimento della famiglia – dal tranquillo Minnesota a San Francisco – nelle emozioni della bimba a Gioia subentra Tristezza, che modifica i gioiosi “ricordi base” della bambina.
La vicenda si fà più complessa quando entrambe (Gioia e Tristezza) vengono risucchiate fuori dalla sede centrale delle emozioni, una sorta di ‘centro di controllo’, e la bimba viene lasciata alla gestione di Rabbia, Paura e Disgusto. Gioia e Tristezza devono fare un lungo viaggio all’interno della mente umana per tornare al quartier generale. Questo viaggio viene illustrato con rappresentazioni della ‘materia grigia’ esemplificata in modo spiritoso e fantasioso! Ci sono isole della personalità, l’isola della famiglia, quella dell’onestà, quella dell’amicizia, dell’hockey, la stupidera (spassosa!) e molte altre.
Alcune funzioni ritratte in modo davvero carino: la Memoria a Lungo Termine viene rappresentata da un insieme di palline coloratissime, ‘Immagilandia’, il Pensiero Astratto e la ‘Discarica dei ricordi’, il Treno dei pensieri, il Subconscio, dove vengono portati i “piantagrane” e tenute le paure più profonde e la ‘Cineproduzione’ dei sogni … semplicemente ingegnoso. Nell’insieme una carinissima geografia mentale! Tra i personaggi un posto speciale merita Bing Bong, l’amico immaginario di Riley, fatto di zucchero filato che piange caramelle e che darà dimostrazione delle sue capacità! Un momento commuovente.
In conclusione un cartone animato da vedere e di cui parlare, per piccini e per grandi.
Buona visione!
SI RIPARTE! Settembre: come ripartire dopo la pausa estiva
SI RIPARTE
Settembre: come ripartire dopo la pausa estiva
Per la maggior parte delle persone, settembre è il mese della ri-partenza dopo una pausa estiva. Rientrando nei contesti in cui viviamo, dopo aver avuto la possibilità di staccare, è facile provare un’esperienza interna come di ‘spaesamento’ o di provare emozioni talvolta molto differenti tra loro.
Tra le tante condizioni, c’è chi riflettendo durante le vacanze anche su
di sé – in pochi di solito – ha deciso di introdurre delle novità nella
sua vita, e vive questo mese come se fosse l’inizio del nuovo anno, come se fosse gennaio; poi c’è chi era già soddisfatto prima della sua partenza estiva, e non vede l’ora di tuffarsi nel mare delle sue attività! Infine c’è chi – in tanti – ha staccato completamente la spina dai pensieri e dalle preoccupazioni, concedendosi anche di lasciarsi andare alla pigrizia e che al presentarsi a calendario della ri-partenza si sente come se dovesse recuperare il jet leg, vagando un po’ confuso e frastornato come se vedesse il traffico sotto casa sua per la prima volta.
In qualunque caso settembre con
la sua ri-partenza ha un impatto significativo tanto da un punto di vista pratico e organizzativo quanto da un punto di vista psicologico ed emozionale.
Questo sentirsi confusi e un po’ spaesati talvolta si accompagna a scarsa energia, morale basso, svogliatezza o pigrizia e, con l’avanzare degli impegni e l’incrementare dei ritmi che nuovamente si impongono nella giornata, tutto ciò può generare stress. In pratica dopo la pausa che ha consentito un sano relax, al rientro nella vita quotidiana si riaffacciano alla mente di ciascuno le scelte e le attività rimandate, si ripresentano i pensieri che si erano riusciti a mettere in stand by, tante situazioni reclamano nuovamente attenzione.
Per alcuni nuovamente alla ricerca di occupazione o di una nuova attività la mancanza di un obiettivo preciso e di una strutturazione temporale della giornata fa si che il tempo scorra in modo non concludente, determinando frustrazione e insoddisfazione.
Come ripartire allora in modo costruttivo dopo la pausa estiva? Tuffarsi in cambiamenti drastici o forzarsi nuovamente in tutti gli impegni raramente funziona! Così come non è produttivo trascinarsi agendo con le abitudini estive e farsi nuovamente coinvolgere da altri in attività che ci pesano o che non ci coinvolgono realmente. Anche pensare alla
prossima vacanza non è molto funzionale e forse bisognerebbe invece crearsi una vita da cui non si vuole scappare! Per superare la situazione la prima cosa da fare è distinguere ciò che di buono ci ha portato l’estate e conservarlo, lasciando andare ciò che ora non ci aiuta a riorganizzarci per ripartire. Ad esempio buone abitudini da conservare sono il prendersi cura di sé, del proprio corpo, della propria alimentazione e dell’attività
fisica. Così come da preservare è l’ascoltare se stessi, i propri desideri e bisogni. A ciò è importante aggiungere anche il vivere nel presente. Essere pienamente nel qui e ora, apprezzando le giornate e lasciando spazio alla propria intuizione e all’imprevisto.
Quindi al bando le recriminazioni con noi stessi per ‘quello che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto’, allontaniamo le lamentele per ‘ciò che ancora non abbiamo’
e lo scoraggiamento per ‘ciò che non crediamo di poter raggiungere’. Invece concentriamo i nostri pensieri su ciò che di buono e bello abbiamo vissuto nel passato e che stiamo vivendo nel presente! E ricordandoci di vivere nel presente pienamente.
Tutto ciò è fondamentale per riappropriarci delle nostre risorse in modo da poter ritrovare l’energia per rimetterci in moto e affrontare qualunque tipo di cambiamento.
Con la serenità che deriva dall’essere consapevoli di se stessi chiediamoci: che cosa mi rende insoddisfatto? Che cosa potrei eliminare sin da subito? In che modo posso rendere la mia vita più vicina a ciò che desidero veramente? Qual’ è il cambiamento che potrei iniziare a concretizzare?
Quindi: stiamo nel presente e mettiamo un punto, facciamo ordine e recuperate le energie diamoci una direzione per noi significativa e partiamo!
LA TUA ESTATE
LA TUA ESTATE
Libera corpo e mente e assapora la gioia dei sensi
Siamo nel periodo estivo: chi più, chi meno, in questi mesi avremo la possibilità di staccare dalla routine quotidiana e … andare in vacanza!
Che siano brevi o lunghe le vacanze sono il periodo ideale per sospendere alcune abitudini e attività, per cambiare i ritmi di vita, magari visitare luoghi nuovi e incontrare persone diverse.
A volte si ha anche più tempo e più spazio per stare con sè stessi magari immersi in luoghi naturali meravigliosi, lasciandosi andare ad un sano relax e al nostro flusso intero di sensazioni.
Così ci si accorge che basta un cheap college paper panorama diverso che si osserva dalla finestra, un profumo nell’aria, un cibo nuovo, un suono inusuale per suscitarci emozioni e sensazioni di freschezza e allegria.
Come è possibile? Ciò è possibile perché siamo influenzati da molti fattori sia esterni che interni che nella quotidianità si ripetono. Ad esempio il modo di percepire, sentire e interpretare la realtà che ci circonda è strettamente collegato alla società in cui viviamo, ai valori, alle convinzioni, così come al linguaggio che usiamo per descrivere ciò che accade: il fattore culturale ci influenza. Poi c’è il fattore sociale: composto dalle nostre relazioni con familiari e amici, i gruppi e le associazioni che frequentiamo, ciascuno ci rimanda la propria visione della vita nonché una immagine di quello che percepiscono di noi, e di quello che sono loro. E ancora, i fattori interni: nella nostra mente, in base alle esperienze, abbiamo costruito degli schemi su noi stessi, su come siamo fatti, su quello che possiamo o non possiamo fare e, in generale su come funziona il mondo.
Ci sono insomma tante voci, esterne e interne, che a volte possono sommergere impedendo di ascoltare la nostra voce interiore più profonda, o che soffocano sul nascere ogni velleità di cambiamento, o che distraggono la nostra attenzione. Ciò accade senza che ce ne rendiamo conto. Tuttavia se restiamo vigili e consapevoli di noi stessi possiamo ‘stoppare’ voci, ronzii e rumori di sottofondo e sintonizzarci su altri canali, scegliamo la musica che più ci risuona dentro e ci dona energia.
Le vacanze sono il momento privilegiato per questo, per tornare ad ascoltarci, ricollegandoci alla nostra fonte interiore, l’unica che può consentirci di tracciare il nostro percorso. Durante la pausa estiva abbiamo l’occasione di diventare consapevoli di tutto ciò che stà condizionando la nostra vita in quel momento, quei pensieri e quelle convinzioni che la stanno limitando, non lasciamo che siano queste a decidere il nostro destino. Torniamo ad essere più consapevoli di noi stessi, più positivi e costruttivi e anche le nostre azioni procederanno di conseguenza e le nostre azioni daranno dei frutti che cambieranno noi stessi e la nostra vita. Stà a noi la scelta se vivere la nostra vita o quella di altri, e se vivere una vita piena anziché mediocre.
E al nostro ritorno, manteniamo l’eco delle vacanze nelle orecchie e le immagini dell’estate nei nostri occhi, collezioniamo bei momenti da rivivere con chi ci è caro quando saremo tornati per rinnovare nel corpo l’energia e il benessere ritrovati!
Buona estate!
Quando lo sport fa bene al cuore
Quando lo sport fa bene al cuore
Per il mantenimento e il raggiungimento di uno stato di salute l’attività fisica è un elemento essenziale. Praticare attività fisica, in maniera costante e ben organizzata, determina un netto miglioramento della qualità e della quantità di lavoro che l’apparato cardiovascolare può esplicare, con importanti effetti positivi sull’organismo, quali la riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia), l’aumento delle dimensioni del cuore (ipertrofia del ventricolo sinistro), il miglioramento delle capacità del ventricolo sinistro (maggiore capacità contrattile complessiva), e il miglioramento della qualità e quantità delle coronarie (cioè dei vasi arteriosi che portano il sangue dentro il cuore).
L’esercizio fisico riduce anche il rischio di sviluppare diabete mellito e ipertensione arteriosa, contribuisce a diminuire la pressione arteriosa nei soggetti ipertesi e i valori del colesterolo nei soggetti con valori elevati.
Quanto sport praticare?
Recenti ricerche dimostrano che mezz’ora di attività fisica tutti i giorni, come camminare a passo veloce, o praticare uno sport almeno 2-3 volte a settimana, è essenziale. Un’ attività fisica regolare e/o la pratica di uno sport consentono di ottenere benefici cardiaci maggiori. L’attività aerobica come il nuoto o la corsa sono le più consigliate per il miglioramento del funzionamento del cuore.
Importante è però tener presente che se si abbina un allenamento intenso a un lavoro o ad uno stile di vita stressante, senza dormire a sufficienza o sottoponendosi ad allenamenti eccessivi o traumatici, l’ organismo non è in grado di adattarsi gradualmente e si crea una situazione di sovra-allenamento.
Quale sport praticare?
Molto importante risulta anche la scelta di uno sport che piaccia e in cui la persona possa sperimentare uno stato di benessere. Scoprire quali attività sportive fanno al proprio caso rende più facile la pratica sportiva.
Ci sono attività sportive individuali, altre di squadra, alcuni sport di opposizione e altri di concentrazione.
Scegliere quello in cui ci si può esprimere meglio e nel quale si sperimentano emozioni positive è sinergico al proprio stato di salute. Altri importanti piani da tenere in considerazione infatti sono quelli cognitivo ed emotivo tanto nella scelta dell’attività da praticare quanto nel durante dell’attività sportiva. Le funzioni mentali coinvolte come l’attenzione, la memoria, le motivazioni e le emozioni che vengono suscitate durante la pratica dell’attività fisica ci danno importanti informazioni su noi stessi e su come addestrarci a percepire i cambiamenti del nostro organismo durante l’attività, sia ad usarli per gestirsi meglio mediante tecniche di rilassamento e le tecniche di concentrazione.
Se sei interessato a saperne di più prenota un incontro inviando una e-mail a info@soniadeleonardis.net , indicando i tuoi riferimenti personali con recapiti per essere ricontattato e il motivo del contatto.
I giovedì del benessere
Sempre più spesso capita di sperimentare piccoli malesseri o un ‘senso di disagio’ e di insoddisfazione nel proprio quotidiano sentendosi dire dalle altre persone: “lei è stressato”, “tutta questione di stress”, “Stress! Capisce?”
Per passare da quella che potremmo definire una ‘situazione di malessere’ ad una ‘condizione di benessere’, è stato pensato (a partire dai mesi di aprile, maggio, giugno e luglio) un piccolo percorso dedicato al benessere psicofisico, con l’intento di ridurre i sintomi dello stress e migliorare la qualità della nostra vita.
Il percorso fa riferimento ad uno specifico protocollo di intervento prendendo in considerazione la persona in diversi piani: quello cognitivo, quello emotivo, quello fisiologico e motorio-posturale.
Il percorso prevede 7 incontri, di 1 h ciascuno, nei quali si lavorerà attraverso tecniche diverse imparando a sentire il proprio corpo e a capire i suoi messaggi. Il lavoro prevede momenti di condivisione dei vissuti e di riflessioni, esercitazioni ed esperienze pratiche.
Gli incontri del ‘giovedì del benessere’ si tengono a Milano e sono prenotabili inviando una e-mail a info@soniadeleonardis.net con un breve cenno a ciò che causa malessere e indicando i propri riferimenti personali con recapiti per poter essere ricontattati.
L’arte di valorizzare le cicatrici: dal kintsugi alla psicoterapia
Il termine ‘kintsugi’, o ‘kintsukuroi’, dal giapponese, significa letteralmente “riparare con l’oro“.
Questa pratica orientale consiste nell’utilizzo di metalli preziosi quali oro e argento liquidi, o lacca con polvere d’oro, per ‘saldare’ i frammenti di oggetti in ceramica (in genere vasellame) riparandoli.
La tecnica del kintsugi consente di trasformare degli ‘oggetti rotti’ in ‘oggetti preziosi’ sia da un punto di vista economico (per via della presenza di metalli preziosi) sia da un punto di vista artistico, poiché ogni ceramica riparata si ri-presenta con una nuova veste, un intreccio di linee dorate unico ed irripetibile per la casualità con cui la ceramica si è frantumata.
Secondo questa pratica possiamo considerare ‘l’imperfezione’ di una crepa e di una ferita come un luogo privilegiato da cui può nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.
Questa tecnica offre spunti di riflessione più profondi, oltre il ‘riparare un oggetto’: le crepe vengono valorizzate nel riempirle con dell’oro, conferendo all’oggetto che ha subito una ferita e che ha una storia da raccontare di diventare ancora più bello. L’idea è appunto quella che un oggetto rotto abbia proprio in virtù della sua rottura, una storia, che lo rende più pregiato, un po’ come le cicatrici dei guerrieri che tornano dalle loro battaglie. La crepa, la ferita, è allora da valorizzare, arricchendola con del materiale altrettanto prezioso proprio per esaltare la storia della sua ricomposizione.
In occidente quando ci si rompe un oggetto mettiamo della colla trasparente, stando molto attenti a celare le linee di rottura.
La differenza di prospettiva culturale è tutta qui: occultare, truccare, mimetizzare l’integrità perduta oppure esaltare e valorizzare la storia e la cura della ricomposizione nella sua nuova bellezza?
Una vera e propria metafora della nostra vita, se ci si pensa: a chi non capita di subire rotture e ferite nel corso del proprio cammino esistenziale?
In Occidente culturalmente si fa fatica ad accettare, a diventare consapevoli e a fare la pace con le proprie crepe tanto del corpo quanto dell’anima. Le ferite, le spaccature e le fratture sono percepiti come fragilità, imperfezione, additati e colpevolizzati, poiché si pensa in termini duali di o ‘è intatto’ o ‘è rotto’, e se è rotto è colpa di qualcuno. Se è rotto và buttato o nel caso di una persona ferita viene allontanata.
Nella cultura orientale, secondo il pensiero analogico, simbolico, mitico e gestaltico, le dicotomie in opposizione vengono rifiutate e ci si orienta alla compresenza degli opposti, ad una nuova e unica gestalt nella quale gli opposti smettono di essere tali e fluiscono armoniosamente nella vita.
La vita porta insieme integrità e rottura, ri-composizione e costante mutamento.
Così anche per le persone che hanno sofferto ed hanno ferite nel corpo e dell’anima è possibile valorizzare le proprie cicatrici acquisendo una nuova bellezza e preziosità. Il dolore, la sofferenza è parte della vita, se impariamo a sentirlo e a riconoscerlo in primo luogo insegna, dice che si è vivi. Poi, elaborato passa e lascia cambiati, a volte più forti, a volte più saggi. In tutti i casi lascia un segno. Elaborare una ferita è un procedimento lento, e che necessita cura, pazienza e amore, ma garantisce risultati imprevisti e bellissimi, e può rivelare aspetti nascosti e forme nuove e affascinanti.
Così si scopre che da un’imperfezione, da una crepa, può ‘come per magia’ nascere una forma nuova, unica e ancora maggiore, di perfezione estetica. Proprio come le nostre vite. Le “persone” che hanno sofferto possono diventare ancor più preziose.
I giapponesi che hanno inventato il Kintsugi lo hanno compreso più di sei secoli fa e lo ricordano sottolineandolo con l’oro. Pensate ancora che le vostre ferite vadano nascoste?
O sarebbe meglio, invece, farle evolvere e risplendere, proprio come si fa con l’arte del Kintsugi?
Stress e infarto, c’è correlazione
Il termine stress viene spesso nominato come la causa di diverse problematiche mediche e numerose patologie. In realtà il termine non indica di per sé qualcosa di negativo per l’organismo. Un punto nodale in relazione allo stress è la sua gestione. Una recente ricerca pubblicata su “Nature Medicine” chiarisce una correlazione rilevante per il mantenimento della salute di una persona: quella tra stress prolungato e malattie cardiovascolari.
Diverse ricerche hanno evidenziato che lo stress è uno dei più importanti fattori di rischio nel favorire un attacco cardiaco e infarto del miocardio.
Secondo uno studio condotto dal Dr. Heidt e colleghi
del Massachusetts General Hospital e della Harvard University, lo stress prolungato ha degli effetti sul
sistema immunitario causando un aumento dei globuli bianchi. Ciò determina un aggravamento dell’infiammazione delle placche aterosclerotiche nelle arterie, in soggetti con questa
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condizione.
Nelle società di oggi questa risulta essere una delle situazioni più frequenti come fattore di rischio di eventi cardiovascolari insieme all’abitudine al fumo, all’obesità e all’ipercolesterolemia.
Recenti contributi scientifici hanno identificato
la presenza di specifici fattori di rischio come fumo (anche solo una sigaretta al giorno), elevati livelli di colesterolo, obesità, ipertensione, diabete, stress, ansia, depressione e correlazioni con problematiche cardiovascolari.
Più in particolare il legame biologico che collega stress, ansia e depressione è stato identificato, nel corso di una serie di esperimenti. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Western Ontario (UWO) ha pubblicato un
articolo sulla rivista Nature Neuroscience che evidenzia l’azione inibitoria di una piccola molecola che potrebbe essere utilizzata per trattare anche queste forme di disagio psichico agendo sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Altri studi hanno evidenziato che i cammini biochimici sottostanti stress, ansia e depressione sono fra loro interconnessi attraverso specifici processi cerebrali. Recenti interventi di tipo psicologico e psicoterapeutico in ambiente ospedaliero stanno mettendo in evidenza come agendo sul cammino psico-fisiologico che lega stress, ansia e depressione, si possa intervenire con trattamenti anche preventivi oltre che curativi su queste forme di
patologia. La ricerca e gli studi in questo campo stanno procedendo in contesti di eccellenza, fra questi in Italia l’ I.R.C.C.S. Policlinico di San Donato.
Neuroscienze
Vi sarete chiesti come mai alcune persone hanno un senso dell’orientamento molto più sviluppato di altre e sanno in ogni momento verso quale punto cardinale dirigersi per arrivare ad una destinazione. Questa capacità è
una innata capacità di orientamento che nel cervello umano è garantita da una zona dell’ippocampo, la corteccia entorinale.
Alcuni nuovi studi pubblicati sulla rivista “Current Biology” e condotti da Hugo Spiers e dai suoi colleghi del Wellcome Trust Institute, hanno fatto luce in modo ancora più specifico sulle conoscenze relative al “sistema interno di navigazione” dei mammiferi, già scoperto dalle ricerche di John O’Keefe, dell’University College of London, di May-Britt custom english essays Moser ed Edvard Moser, insigniti proprio quest’anno del Nobel per la medicina.
Che cosa ci serve per riuscire ad arrivare a destinazione? Due informazioni risultano rilevanti: in che direzione siamo orientati e in che direzione dobbiamo muoverci. Gli studi
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di Spiers e colleghi hanno dimostrato che la corteccia entorinale elabora entrambe i tipi di informazione ed è responsabile della “qualità” delle informazioni ponendosi come determinante nella capacità individuale di orientamento. Queste osservazioni vengono confermate anche dalle interviste condotte a tassisti di alcune città i quali individuano nel calcolo della direzione verso la quale devono muoversi, la prima operazione mentale che attuano durante un tragitto.
Spiers e i ricercatori hanno attuato con un gruppo di volontari un test di orientamento registrando, mediante risonanza magnetica funzionale, l’attività cerebrale degli stessi soggetti coinvolti. I
risultati hanno evidenziato che l’intensità e la coerenza dei segnali nella regione entorinale influenza le prestazioni dei soggetti durante il compito. Ciò indica che la ‘bussola interna’ di ognuno si riconfigura man mano che ci muoviamo nell’ambiente. Quando capita ‘di perdersi’ dopo diversi cambi di direzione, ciò è dovuto al fatto che il cervello non è riuscito a correggere la direzione in cui ci si è voltati in funzione della direzione corretta per raggiungere la meta prefissata.
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Queste scoperte potrebbero avere importanti risvolti clinici
poiché la corteccia entorinale è la prima a essere compromessa nelle patologie neurodegenerative come quella dell’ Alzheimer. Monitorando l’attività di questa regione si potrebbe arrivare ad una diagnosi più precoce del disturbo.
NEWS DA BORDO
04 Gennaio 2015 MATTEO CI SCRIVE: wp 47 17 S 110 13 E [13:15 UTC]
Direzione del vento 290°, intensità 30, velocità 8, pressione 1003.2, temperatura aria 10°,2 temperatura acqua 5.4°, coperto con pioggia, freddo,trinca, leggero calo, potrei mettere il fiocco ma è buio e tra poco rinforza.
Sono più di tre giorni che non vedo calare il vento sotto i 35 nodi, ci pensavo e me lo aspettavo…sono sempre basso, bene puntato con i piedi e nei miei spostamenti sempre bene assicurato nei vari sostegni. Questa volta no, purtroppo mi ha fregato: ero alto seduto sugli scalini di entrata intento a cucinarmi con la mia padellina una trancia di pesce…. …..è arrivata al traverso con tutta la sua potenza sdraiando la barca su un lato e scaraventando me sul madiere sotto la cuccetta…
Il suo nome? Onda anomala! Ho sbattuto forte sul rene di sinistra, a distanza di un’ora mi lascia ancora senza respiro.
Ecco questo fa esperienza e curriculum
05/01/2015 MATTEO CI SCRIVE: wp 47 48 20 S 115 0750 E 15:00 UTC
Passato Cape Leeuwin, il capo che separa l’Oceano Indiano dal Pacifico.
BRAVA Eco 40! Da Capo di Buona Speranza in soli 23 giorni 23 ore e 30 minuti. Secondo capo, e anche questo è fatto!! (…)
14/01/2015 MATTEO CI SCRIVE: wp 49 42 S 145 46 E 07: 40 UTC Direzione del vento 90°, intensità 3, velocità 2, temperatura aria 13.4°, temperatura acqua 10.4°, pressione 1003.6. Mare piatto, coperto fiocco e randa. Speriamo arrivino sole e vento…batterie all’80% e qui sta facendo buio. Passaggio della Tasmania: State guardando la mia traccia!? Dritta a nord verso Hobart!!!!
Non preoccupatevi non ci ho ripensato, non mi fermo!!!! Sono due giorni che sono stato risucchiato da un alta pressione e il poco vento che ho di 8 nodi mi fa fare una bolina verso nord. La strategia dei metereologi è quella di tenersi a nord per far sfilare una prima depressione ad est e poi con la seconda depressione che ci investirà ci sposteremo nuovamente a sud. Ho perso un pò di miglia ma non ho perso tempo, sono riuscito a cambiare le spazzole del motore del pilota, inizializzarlo nuovamente con il timone al centro e regolare l’angolo del vento in testa d’albero. Soddisfatto finalmente di come lavora il pilota, soddisfatto anche della boccola del timone che ha lavorato bene di bolina sottovento facendo molto più sforzo. Pensavo che Capo Leeuwin dividesse l’Oceano Indiano dal Pacifico, invece questa divisione avviene qui sotto la Tasmania tra poche miglia a est al 147° di longitudine.
Ma allora perché Capo Leeuwin è considerato uno dei tre capi? J
Dove sto passando in questo momento tra l’Indiano e il Pacifico è il mare più temuto dai navigatori e stranamente da due giorni è veramente calmo…speriamo che prossimamente non si incattivisca troppo e mi sputi verso Capo Horn!! (…) Ed oggi giorno eccezionale 4 nodi di aria e l’oceano che sembra un lago! Non sapete quanto sono contento!
Facendo i conti dei risultati: il pilota finalmente sta funzionando bene dopo i lavori di ieri, la boccola questa notte passata ha lavorato di bolina con 20 nodi e sta bene,
il bompresso dovrebbe funzionare non si è allentato, e ora anche smontata e risolta l’antenna! E’ come se mi fossi fermato ad Hobart. Riparto nuovo e contento appena arriva il vento!!!!
Un abbraccio buon vento a tutti
Incontri di informazione psicologica
Da anni nel mese di maggio gli Psicologi della provincia di Monza e Brianza offrono colloqui gratuiti e serate a tema per divulgare e promuovere una corretta informazione psicologica. Anche quest’anno 2014 il MIP maggio di informazione psicologica riparte con le sue iniziative.
Nella provincia di Milano sulla scia del MIP si offrono per i mesi di maggio, giugno e luglio la possibilità di effettuare un colloquio psicologico gratuito e/o partecipare a incontri di informazione psicologica. L’obiettivo di tali incontri è di sensibilizzare e promuovere un’adeguata cultura psicologica, fornendo informazioni corrette sulla Psicologia e sulle figure competenti professionali che si occupano di essa, così da fare avvicinare e sensibilizzare la popolazione alle tematiche di carattere psicologico.