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GIOVANNI SOLDINI – Il grande velista

GIOVANNI SOLDINI – Il grande velista

GIOVANNI SOLDINI: IL GRANDE VELISTA

La BARCA come Scuola di VITA

Sabato 31 ottobre 2015 Giovanni Soldini è stato invitato dalla Canottieri di Lecco in occasione della ricorrenza dei 120 anni di fondazione della Società sportiva e della Interlaghi. Questa è stata l’occasione per incontrare il grande velista e parlargli, ascoltarlo nei suoi racconti e scoprire una persona d’animo gentile e forte, un lupo di mare, solitario ma capace di seguire i suoi figli ai quali consiglia di perseguire le proprie personali inclinazioni.

Giovanni Soldini è un velista da sempre e un campione d’eccezione anche se con modestia non lo ammette. E’ stato capace di compiere due giri del globo in solitario (una vittoria e un secondo posto), sei Québec-Saint Malo (una vittoria nella categoria monoscafi), sei Ostar (due vittorie nella classe 50 piedi e classe 40 piedi), tre Jacque Vabre (una vittoria nella classe 40 piedi), e più di 40 trans-oceaniche. Attualmente, sponsorizzato dal marchio Maserati, è alla guida dello “scafo” ‘Barca Maserati’, che porta il nome della famosa casa automobilistica, con un team di persone provenienti da diversi continenti. Così attrezzato, ha già stabilito diversi record come Cadice-San Salvador, Rotta dell’Oro tra New York e San Francisco e, quest’anno, quello sulla Rotta del Tè tra review on sms tracker San Francisco e Shanghai.

Ascoltando parlare Giovanni Soldini si capisce che la barca a vela per lui (e non solo) è una scuola di vita, poiché sostiene “la barca a vela è un piccolo mondo in cui ritrovi rapporti umani, rapporti con la natura e che consente di capire quali sono i problemi del mondo. L’energia è un problema, l’acqua dolce è un problema, la spazzatura è un problema. E’ un piccolo mondo dove ci sei tu e pochi altri e devi organizzartelo al meglio, per questo ti insegna molto”. La barca insegna molto sul mondo ma anche su se stessi. Consente di sperimentare stati d’animo diversi come la solitudine e la paura, o con le parole di Giovanni: “soli in barca si impara persino a perdonarsi”, per errori e scelte sbagliate. La barca insegna anche molto sui rapporti con le altre persone, si naviga sia in solitaria – che in realtà comporta comunque la presenza degli altri concorrenti e di tutti quelli che hanno lavorato con te per preparare la regata – e si naviga con altre persone, viaggio che consente di avere qualcuno con cui poter condividere momenti ed emozioni, e questo è molto arricchente. Durante le veleggiate le emozioni si susseguono, alcune tuttavia sono spesso in figura. In primo piano sicuramente la paura, che è “una buona compagna di vita, è quella che ti fa vedere i tuoi limiti e quelli della barca, non è panico, è buon senso; e come ha insegnato ai propri figli un grande maestro di Soldini (Franco Malingri) ‘Se non avrete abbastanza paura non sopravviverete’”. E la felicità.La fortuna conta tantissimo. Senza, non si va da nessuna parte. Ma conta anche la felicità perché è importante fare una cosa che ti rende felice. Quando stavo facendo per la seconda volta il giro del mondo in solitario, continuavo a ripetermi e richiedermi: ‘Perché sei qua?’. Mi serviva a sottolineare tutto il tempo che ero lì perché mi piaceva risvegliarmi in mezzo al mare con l’onda di 20 metri che mi spinge a 25 nodi a canna… e anche se ce n’è uno che è a 10 miglia davanti a te, pazienza, perché sei già contento così. E sapere di essere felici in quello che si sta facendo è l’unica maniera per non farsi ‘ciulare’. Perché se uno ti supera durante una gara, l’importante è mantenere la lucidità di mente per fare sempre le scelte migliori. Se invece inizi ad andare fuori di testa gli regali la regata. E avevo capito che la chiave era questa.” La barca insegna che “devi essere molto equilibrato e per avere equilibrio devi avere un ordine mentale chiaro” se vuoi andare lontano e vincere le tue sfide. “Mai perdere equilibrio mentale, regalando il vantaggio all’avversario. E questa capacità è prerogativa delle donne, che sono fenomenali soprattutto nelle regate lunghe. Isabelle Autissier, Florence Sartò, Ellen Macarthur, per citarne alcune, sono fortissime. Sono meno impulsive, sono più abituate a soffrire e mantenere l’equilibrio mentale. L’uomo invece strippa e fa casino più facilmente”.

Un uomo dalle idee chiare Giovanni Soldini, e modesto, che consiglia a chi vuole avvicinarsi alla vela di farlo presto e di avere il coraggio di inseguire i propri sogni. “Non so quanto io sia un grande velista. Però, ho avuto sempre tanta voglia di fare e ho avuto la fortuna di trovare il modo di farlo. Ho partecipato a regate importanti ottenendo ottimi risultati, ma c’è gente molto più brava di me, che ha ottenuto risultati migliori rispetto ai miei, e parlo anche di persone best friend essays della mia generazione, velisti più completi e cresciuti in un ambiente favorevole. Penso a certi francesi, come Loick Peyron, Juaion, uno ha il record del mondo in solitaria, l’altro in equipaggio e sono grandissimi. Del resto ognuno compie la sua strada e fa quello che può nel miglior modo possibile. Io sono contento di aver fatto quello che ho fatto e di quello che farò”.

Giovanni Soldini descrive il suo personale rapporto con la barca e, emozionante, ad un certo punto del suo racconto dice: “Quando vai da solo con la tua barca hai per forza un rapporto quasi maniacale. Diventi un tutt’uno. Impari a capire cosa gli succede dai rumori che fa, da come si muove… la capisci. Alla fine diventi quasi una zia. Sei abituato a fare determinate cose in un modo e non in un altro e quando sale altra gente e devi condividere quello spazio, diventi quasi un rompicoglioni, perché entrano nel tuo mondo. Quando invece sei con l’equipaggio tutto questo rapporto speciale che hai con la barca si tramuta nel rapporto con gli altri e nella condivisione di momenti belli, brutti, alti e bassi”.

Per il futuro Giovanni è già focalizzato, pensa alla Sydney – Hobart con Maserati che avrà luogo fra due mesi. Intanto però mantiene un occhio ai giovani, e ai giovanissimi presenti alla serata consiglia “…di seguire i propri sogni, mirare in alto, crederci e fare di tutto per provarci. Se poi uno riesce a fare anche solo di striscio quello che gli piace, tutto diventa più facile. Quindi, non bisogna tarparsi le ali e soprattutto non bisogna perdere tempo. E purtroppo per un sacco di giovani è così. E’ vero che è difficile dire: ‘voglio fare questo’ e buttarsi a capofitto ritrovandosi il più delle volte a tenere il piede in dieci scarpe; ma è lì che ti freghi, perché perdi tempo. Perché arrivi a 30 anni e non sei capace di fare nè una cosa, nè l’altra. Magari tu vorresti fare il velista e invece i tuoi genitori hanno una farmacia e vorrebbero che tu andassi all’università. Tu che fai? Vai all’università, ti laurei e arrivi a 30 anni che avresti voluto fare il velista e invece fai il farmacista e ti fa cagare…”. “Ai giovani dico di seguire i propri sogni!”

Bene, ringranziando Giovanni Soldini per il suo racconto e le sue condivisioni, e il giornale di Lecco che ha guidato l’intervista, segnalo a chi volesse provare ad uscire in barca a vela facendo tesoro dell’ esperienza, con una modica cifra, di scriverci all’indirizzo info@soniadeleonardis.net segnalando il suo interesse e i suoi dati. Verrete ricontattati il più presto possibile per le nuove uscite della prossima stagione.

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